Palù di Livenza: Friuli’s Must-See Site for Archeology Lovers
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[Photo source: turismofvg.it.]
Archeology lovers shouldn’t miss a visit to Palù di Livenza, a prehistoric pile-dwelling settlement dating to the final phase of the Neolithic age, today a Unesco World Heritage Site.
Located in the province of Pordenone in the region of Friuli Venezia Giulia, in a wet and marshy area near the sources of the river Livenza, the location offered ideal living conditions because of the abundance of water and natural resources.
The historic-archeological relevance of Palù di Livenza was already known in the 19th century, but it was not fully grasped until the 1960s, when excavation work brought to light wooden structures and a large number of ceramic fragments and stone tools belonging to a Neolithic settlement datable between the second half of the 5th millennium and the first half of the 4th millennium BC.
Besides the late Neolithic phase of settlement, the most documented, it is possible that the area was already inhabited in the Mesolithic (8,000 to 4,500 BC) and upper Paleolithic (between 40,000 and 8,000 BC), as flint instruments were found. The area was abandoned as a permanent settlement during the 2nd millennium. Such a long time span could provide a wealth of information on the life and habits of people living during the Neolithic and Bronze Age in Alpine Europe and the way they interacted with their environment.
Thanks to the exceptional conservation conditions of the archaeological remains and the site’s dating, Palù di Livenza was inscribed into Unesco’s World Heritage List in 2011, along with other similar settlements found in many wetlands of the Alpine and subalpine region of Europe (Prehistoric Pile Dwellings around the Alps). They are, as Unesco put it, “one of the most important archaeological sources for the study of early agrarian societies in Europe between 5,000 and 500 BC.”
Gli appassionati di archeologia non dovrebbero perdersi la visita di Palù di Livenza, un insediamento preistorico palafitticolo che risale alla fase finale dell'età neolitica, oggi patrimonio mondiale Unesco.
Situato in provincia di Pordenone nella regione del Friuli Venezia Giulia, in una zona umida e paludosa vicino alle sorgenti del fiume Livenza, l’area offriva condizioni di vita ideali grazie all'abbondanza di acqua e risorse naturali.
La rilevanza storico-archeologica di Palù di Livenza era già nota nel XIX secolo, ma non fu pienamente colta fino agli anni Sessanta, quando gli scavi portarono alla luce strutture lignee e un gran numero di frammenti ceramici e utensili di pietra appartenenti ad un insediamento neolitico databile tra la seconda metà del V millennio e la prima metà del IV millennio aC.
Oltre alla fase tardo-neolitica di insediamento, la più documentata, è possibile che l'area fosse già abitata nel mesolitico (8.000-4.500 aC) e nel paleolitico superiore (tra 40.000 e 8.000 aC). L'area fu abbandonata come insediamento permanente durante il secondo millennio. Un tale periodo di tempo potrebbe fornire una grande quantità di informazioni sulla vita e le abitudini dell’uomo preistorico dell'arco alpino e i modi in cui interagiva con l’ambiente.
Grazie alle eccezionali condizioni di conservazione dei resti archeologici e alla datazione del sito, Palù di Livenza è stato iscritto nel patrimonio mondiale dell'Unesco nel 2011, insieme ad altri insediamenti simili situati in numerose zone umide della regione alpina e subalpina d'Europa. Essi rappresentano, nelle parole dell’Unesco, “una delle più importanti fonti archeologiche per lo studio delle prime società agrarie in Europa tra il 5.000 e il 500 aC.”